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Associazione Antiracket e Antiusura Gela
  Operazioni di Polizia  OPERAZIONE “MESSA IN REGOLA”
Operazioni di Polizia

OPERAZIONE “MESSA IN REGOLA”

Ass. AntiracketAss. Antiracket—27 Febbraio 20080

L’hanno denominata operazione “messa in regola”, per chiarire in maniera inequivocabile che a Gela, nonostante il capillare controllo del territorio, le numerose operazioni delle forze di Polizia e l’assiduo intervento dell’associazione antiracket, ci sono ancora numerosi commercianti che pagano il pizzo, devono sottacere alle richieste dei malavitosi: sostanzialmente devono mettersi in regola per non incorrere in immediate ritorsioni.

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E a chiedere la tangente sono gli affiliati alle due consorterie mafiose, Cosa Nostra e Stidda, legati, dopo la guerra di mafia degli anni ‘90, da un patto di non belligeranza. Dividere in parti uguali gli introiti.

Nella fattispecie, i Carabinieri della locale compagnia, agli ordini del capitano Pasquale Saccone e del tenente Andrea Orsini, hanno eseguito 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Tutti, secondo l’accusa, avrebbero imposto il pagamento del pizzo a diversi esercenti della zona, in particolare ristoratori.

E come già svelato anche in altre precedenti indagini, consumavano a sbafo alimenti e bevande. I provvedimenti cautelari sono stati firmati dal Gip del Tribunale di Caltanissetta, Fabrizio Nicoletti, su richiesta del procuratore aggiunto, Renato Di Natale, e del sostituto della Direzione Distrettuale Antimafia, Rocco Liguori. I fatti contestati agli indagati risalgono dal 1996 al 2006. Ad un commerciante fu richiesta la somma di 5 milioni di lire l’anno, che tuttavia non si concretizzava; ad un altro, un milione di lire che con l’entrata in vigore dell’euro oscillò a 2.000 euro. Il ristoratore pagò, per le festività di Pasqua, Natale e Ferragosto. Dieci dei 15 provvedimenti restrittivi, sono stati notificati in carcere a soggetti già arrestati per simili reati. Gli altri cinque sono stati eseguiti in nottata, a Gela.

L’inchiesta ha riguardato in gran parte affiliati ad organizzazioni mafiose, con ruoli di vertice come Gaetano Azzolina, Francesco Morteo, Salvatore Nicastro e Salvatore Murana che risultano essere della “Stidda”; e poi Emanuele Burgio, Marco Ferrigno, Luca Incardona, Giovanni Saluci e Orazio Scerra, ritenuti affiliati a Cosa nostra. Gregari come Emanuele Spatola, Salvatore Di Maggio e Massimiliano Tomaselli per la Stidda e Emanuele Bassora per Cosa nostra. E infine Massimo Gerbino e Crocifisso Maganuco. L’indagine dei carabinieri si basa in gran parte su intercettazioni e sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno rivelato le estorsioni effettuate a Gela.

Gran parte delle vittime, interrogate, ha ammesso di aver pagato la tangente alle organizzazioni criminali.

Fonte: corrieredigela.it

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Ass. Antiracket

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