Gli uomini del Commissariato di Leonforte e della Squadra Mobile di Enna hanno notificato il provvedimento restrittivo della libertà personale emesso dal G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta – su richiesta di quella Procura Distrettuale Antimafia – a carico dei leonfortesi:
FIORENZA Alex, alias “lo stilista”, nato a Leonforte nel 1982;
FIORENZA Saimon, alias “il bufalo”, nato a Enna nel 1984, residente a Leonforte;
CUCCIA Giuseppe, alias “Orzowei”, nato ad Enna nel 1975, residente ad Agira.
L’operazione è il seguito e lo sviluppo di quella convenzionalmente denominata “Homo Novus”, che il 20 settembre 2013, a conclusione di articolate e complesse attività investigative condotte dal Commissariato di P.S. di Leonforte e dalla Squadra Mobile ennese, ha portato al fermo di indiziato di delitto, emesso dai sostituti procuratori della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, a carico di:
FIORENZA Giovanni, nato a Leonforte nel 1959, ivi residente;
FIORENZA Alex;
FIORENZA Saimon;
ARMENIO Mario, nato a Leonforte nel 1956, ivi domiciliato;
VIVIANO Giuseppe, nato a Catania nel 1960, residente a Leonforte;
GUISO Nicola, nato a Enna nel 1975, residente a Leonforte;
COCUZZA Gaetano, nato a Leonforte nel 1987, ivi residente;
MONSÙ Angelo, nato a Leonforte nel 1970, ivi residente,
indagati, a vario titolo, dei delitti di cui agli artt. 416 bis, comma I e III c.p. (associazione per delinquere di stampo mafioso); artt. 81, 56, 110, 629 in relazione all’art. 628 co. III n.3° c.p., aggravati dall’art. 7 della L. 203/91 (estorsione aggravata e continuata in concorso posta in essere ai danni di imprenditori edili di Leonforte, commessa con le condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. e per agevolare l’organizzazione “cosa nostra”); artt. 81, 110 e 423 del c.p., aggravati dall’art. 7 della L. 203/91 (incendio aggravato di autovetture ed un magazzino); artt. 81, 110 e 612 del c.p., aggravati dall’art. 7 della L. 203/91 (minacce aggravate).
Dalle indagini esperite si era, infatti, accertato come in Leonforte, con ramificazioni nei vicini centri di Assoro (EN) ed Agira (EN) e collegamenti con analoghe strutture insediate nel territorio siciliano, si fosse costituita un’associazione a delinquere di tipo mafioso, dedita alla commissione di delitti di ogni genere e, più specificatamente, estorsioni, traffico di stupefacenti e danneggiamenti, al fine di acquisire, in modo diretto e indiretto, la gestione o comunque il controllo di attività economiche, per realizzare profitti ingiusti di vario genere per loro e per altri.
Con il menzionato provvedimento di fermo erano stati, altresì, contestati dei tentativi di estorsione aggravata posti in essere ai danni di imprenditori, manovali e commercianti leonfortesi, ai quali era stata chiesta la corresponsione del 3% su alcuni lavori edili, ovvero somme di denaro a titolo di estorsione per potere riavere una propria autovettura rubata, ovvero erano stati cagionati danneggiamenti al fine di rivolgersi all’associazione mafiosa per ottenere protezione.
Tuttavia l’attività investigativa, nonostante le misure adottate nel Settembre 2013, procedeva incessantemente, e permetteva di far luce su un ulteriore tentativo di estorsione ad una ditta operante nel leonfortese, nonché di delineare meglio le responsabilità inerenti due episodi estorsivi già oggetto dei fermi del Settembre 2013.
Il prosieguo delle attività investigative disimpegnate dai menzionati uffici ha consentito, infatti, di raccogliere ulteriori elementi a carico di dei citati germani FIORENZA Alex e Saimon, nonché di CUCCIA Giuseppe, già deferito e non colpito da fermo poiché all’epoca ristretto in carcere per il delitto di cui all’art. 74 D.P.R. 309/90, in seno all’imponente operazione antidroga “Nickname”, e pertanto, non ricorrendo per lo stesso il pericolo di fuga, non era stato oggetto di alcuna misura. Attualmente, invece, si trovava al regime degli “arresti domiciliari”.
Nello specifico, i tre sono ritenuti responsabili di tentata estorsione aggravata ai danni di altro imprenditore di Leonforte al quale era stata avanzata richiesta di messa a posto per lavori effettuati in un complesso commerciale, mentre al CUCCIA è stato contestato il concorso nell’estorsione aggravata tentata posta in essere dai fratelli FIORENZA ai danni degli imprenditori locali, per i quali era già stato emesso provvedimento di fermo nel mese di settembre 2013.
In particolare, si aveva la corresponsabilità del pregiudicato agirino CUCCIA Giuseppe, soprannominato “Orzowey”, il quale, in concorso con i fratelli Alex e Saimon FIORENZA, rappresentanti di “Cosa Nostra” leonfortese capeggiata dal padre Giovanni, poneva in essere le richieste estorsive nei confronti di due imprenditori edili leonfortesi, che avrebbero dovuto “mettersi a posto” per non incorrere in inconvenienti.
Ad uno dei due, che aveva operato nel territorio agirino, ossia nel paese del CUCCIA, questi contestava che “aveva lavorato tranquillo”, e che “non gli era mancato neppure un tubo”, mentre Alex FIORENZA gli aveva sottolineato che un regalo serviva “per far mangiare il panettone, a Natale, ai picciotti che sono dentro”. L’attività investigativa, proseguita incessantemente nonostante l’esecuzione dell’operazione “Homo Novus”, faceva, altresì, luce su un nuovo episodio estorsivo, non ancora delineatosi chiaramente nel settembre 2013.
Un terzo imprenditore leonfortese, operante nel settore dei servizi e delle manutenzioni, era contattato dai fratelli FIORENZA che, dopo avergli dato appuntamento presso un bar leonfortese, lo conducevano ad un incontro, in un’appartata zona di campagna, con il citato CUCCIA. Qui i tre malavitosi esplicitavano al malcapitato la necessità di corrispondere idonea somma di denaro per dei lavori effettuati senza la preventiva “autorizzazione”: l’attività delittuosa non si perfezionava per l’esecuzione dell’operazione “Homo Novus”. I fatti contestati sono stati commessi in Agira e Leonforte dal Dicembre 2012 al Giugno 2013.
L’ordinanza custodiale è stata notifica ad Alex e Saimon FIORENZA presso le case circondariali dove si trovano già detenuti, mentre CUCCIA Giuseppe, già ristretto in regime di arresti domiciliari, è stato prelevato dalla sua abitazione di Agira e condotto presso istituto di custodia.
Fonte: telenicosia.it