A conclusione di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – D.D.A. di Caltanissetta (Sost. dr. Rocco LIGUORI) e condotte dalla Polizia di Stato (Squadra Mobile di Caltanissetta e Commissariato di P.S. di Gela), nella decorsa nottata, personale di tali Uffici, ha eseguito nr. 3 Ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Caltanissetta (Dr. Fabrizio NICOLETTI), su richiesta della locale Procura della Repubblica – D.D.A. (Sost. dr. Rocco LIGUORI – Sost. Dr. Antonino PATTI – Sost. Dr. Nicolò MARINO ) a carico di esponenti mafiosi di Gela.
L’operazione trae origine da indagini, anche tecniche, svolte d’iniziativa da questa Squadra Mobile e dal Commissariato di P.S. di Gela (cl) dagli inizi del 2007, su soggetti facenti capo alle consorterie mafiose gelesi di cosa nostra e stidda, dedite da anni al racket delle estorsioni in danno di operatori economici di quel centro. In particolare, in esecuzione delle citate ordinanze di custodia cautelare in carcere, è stato tratto in arresto il seguente soggetto, pregiudicato gelese:
- LIGNITE Giorgio, inteso “Davide”, nato a Gela il 25.07.1970, in atto libero, di professione dipendente di una ditta che opera la raccolta degli RSU di Gela, considerato nuovo referente del clan di cosa nostra famiglia Emmanuello di Gela.
I provvedimenti restrittivi sono stati inoltre notificati in carcere a :
- FIORISI Angelo, nato a Gela il 20.07.1967, già tratto in arresto lo scorso 20 novembre 2007 in esecuzione di altra ordinanza emessa dalla DDA nissena nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Mizar”, condotta sempre da questi uffici, pluri-pregiudicato, mafioso, già reggente della consorteria mafiosa gelese della stidda.
- CANNIZZO Salvatore, nato a Gela il 17.11.1963; già tratto in arresto in data 11 maggio 2007 in esecuzione di altra ordinanza emessa dalla DDA nissena nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Biancone”, condotta sempre da questi uffici.
Con i provvedimenti restrittivi, emessi dal succitato G.i.p. su richiesta della Procura della Repubblica – D.D.A. di Caltanissetta che ha condiviso le risultanze delle indagini svolte, a partire dai primi mesi del 2007 dalla Squadra Mobile di Caltanissetta e dal Commissariato di P.S. di Gela, sono stati contestati agli indagati i reati di: In particolare, sono stati contestati agli odierni indagati i seguenti reati:
- associazione per delinquere di stampo mafioso “cosa nostra”- gruppo Rinzivillo – Emmanuello per LIGNITE GIORGIO; • associazione per delinquere di stampo mafioso “stidda” per FIORISI ANGELO;
- estorsione aggravata, tentata e continuata per LIGNITE GIORGIO e FIORISI ANGELO;
- estorsione aggravata, consumata e tentata, continuata per CANNIZZO SALVATORE
- delitto p. e p. dall’art. 9 L. 27 dicembre 1956, n. 1423 per violazione delle prescrizioni imposte con la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno emesse dal Tribunale di Caltanissetta per FIORISI E CANNIZZO
Le indagini dimostravano come gli affiliati ai clan mafiosi citati avessero sottoposto ad estorsione, a partire dal gennaio 07, un imprenditore di Gela (CL) operante nel settore edilizio. Mitrati servizi di monitoraggio dell’abitazione del citato imprenditore, predisposti in tutto il periodo delle festività pasquali 2007, evidenziavano come il predetto imprenditore fosse da tempo sottoposto a reiterate richieste estorsive da parte delle organizzazioni mafiose gelese e che, in alcune occasioni, gli estortori, per avanzare le loro richieste, si fossero recati presso l’abitazione dello stesso. Lo stesso, nel mese di gennaio 2007, era stato costretto a pagare la somma di 250 euro, mentre, successivamente, nei mesi di aprile e maggio 2007 aveva subita la pressante richiesta, non soddisfatta, di una consistente somma di denaro, di 30.000 euro, quale “pizzo” relativo ad una fornitura di materiale, relativa a lavori di rifacimento di un’opera pubblica di Gela.
Le indagini tecniche e di tipo tradizionale, sono state altresì suffragate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia gelesi TERLATI Emanuele e LICATA Nunzio.
È opportuno rimarcare come dopo i recenti arresti effettuati a Gela a carico dei più rappresentativi appartenenti ad entrambe le famiglie mafiose della “stidda” e di “cosa nostra”, gli investigatori avevano assunti elementi informativi da cui emergeva come il LIGNITE Giorgio Davide (per conto di cosa nostra) ed il FIORISI Angelo (per conto della stidda) avessero assunto un ruolo di spiccato rilievo all’interno delle rispettive famiglie mafiose, decimate dall’esecuzione di numerosi provvedimenti cautelari emessi dall’A.G., assumendo, tra l’altro, anche il compito di avanzare, personalmente, le richieste estorsive a commercianti ed imprenditori locali. Inoltre i collaboratori di giustizia, in particolare TERLATI Emanuele e LICATA Nunzio hanno evidenziato il ruolo criminale svolto dal LIGNITE Giorgio Davide, soggetto “riservato” dell’organizzazione mafiosa di cosa nostra di Gela, rimarcando l’appartenenza dello stesso (e anche di Cannizzo Salvatore) a cosa nostra gelese. Gli arrestati hanno nominato quali difensori di fiducia l’Avv.to Flavio Sinatra, del foro di Gela. Il LIGNITE è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Caltanissetta.
Fonte: siciliatv.org
A distanza di una settimana dall’operazione antiracket “Mizar”, la Polizia di Gela e la Squadra Mobile di Caltanissetta, a compimento di una laboriosa indagine, con intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno messo a segno un altro duro colpo alle due consorterie mafiose presenti in città, Cosa Nostra e Stidda. Tre le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip Fabrizio Nicoletti, su richiesta dei magistrati Renato Di Natale, Rocco Liguori, Antonino Patti e Nicolò Marino. Le manette sono scattate ai polsi di Giorgio Lignite, 37 anni, dipendente di una ditta che opera la raccolta dei rifiuti solidi urbani di Gela; notifica per Angelo Fiorisi, 40 anni e Salvatore Cannizzo, 44, già arrestato l’11 maggio nel blitz “Biancone”.
Secondo le indagini, dal gennaio di quest’anno, il terzetto avrebbe estorto, ad un imprenditore edile, che si era aggiudicato l’appalto nella ristrutturazione della diga foranea del porto isola dello stabilimento petrolchimico, la somma di 250 euro; successivamente nei mesi di aprile e maggio la richiesta, non soddisfatta, si era fatta pressante: 30.000 euro, cioè a dire il 3% per cento dell’importo dell’appalto. Per avanzare le loro richieste estorsive i tre arrestati, in alcune occasioni, si erano recati presso l’abitazione della vittima. Fiorisi, Cannizzo e Lignite, è stato ribadito stamane in conferenza stampa, erano al corrente di tutto: chi si era aggiudicato l’appalto, i tempi e i modi in cui i lavori avrebbero avuto inizio e l’ammontare dell’opera, come se qualcuno li avesse costantemente tenuti informati. Tra gli arrestati di oggi, figura Giorgio Lignite, ritenuto dagli inquirenti il nuovo referente del clan di Cosa Nostra.
Un contributo prezioso all’indagine, l’hanno fornito i collaboratori di giustizia Emanuele Terlati e Nunzio Licata. I successivi mirati servizi di monitoraggio da parte della Polizia, hanno fatto il resto. L’operazione di oggi, denominata “Oraculum”, è stata coordinata anche dal dirigente della sezione di Pg del Commissariato di Gela, Rosario Amarù. Per il funzionario di Polizia si tratta dell’ultimo impegno investigativo a Gela: è stato infatti trasferito a Comiso.
Fonte: tg10.it